lunedì 17 aprile 2023

LA QUESTIONE DEL TORRENTE RENO DI LEI

La SOC. VAL DI LEI è impegnata, tra le altre cose, nel ripristino della legalità in Val di Lei e per questo si rivolge pubblicamente al Presidente della Regione Lombardia ed al Presidente della Provincia di Sondrio per chiedere lumi circa il bilancio idrico provinciale, dove stranamente il Reno di Lei, che notoriamente è un torrente - tra l'altro privo di pubblica utilità - viene incredibilmente citato come 'fiume'. 

E' forse un'alchimia per una frode perpetrata dalla P.A. ai danni del cittadino? 

Difatti se è vero che per le acque del fiume sussiste sempre la pubblica utilità, ciò non è altreattanto vero per le acque del torrente, che di norma il codice civile pone a pacifico godimento del proprietario del fondo, per se o per i terzi, salve le limitazione stabilite dal codice stesso.

L'essere il torrente Reno di Lei iscritto nell'elenco delle acque pubblice di cui al Regio Decreto del 24 giugno 1900 al n. 210, significa che è parte del demanio idrico e non che le sue acque sono di pubblica utilità!

L'essere il torrente Reno di Lei parte del demanio idrico significa che il torrente è indisponibile ad es. per la compravendita, ma non significa sic et simpliciter che le sue acque presentino le caratteristiche della pubblica utilità!

La questione è particolarmente importante per la SOC. VAL DI LEI in quanto le acque del torrente alimentano contra legem un invaso che ha denudato i pascoli della Valle - dove pascolavano da tempi immemorabili e si nutrivano 600 vacche (secondo i Grigioni di Piuro che riscuotevano le taglie), 850 vacche (secondo il Regno D'Italia) - con un danno pubblico, di cui all'art. 1, R.D.L. 3267/23 dal 15.08.1952 al 31.12.2022 stimato nella misura massima in € 434,4 milioni, ai sensi dell'art. 45, R.D. 1126/26, nonché con un danno (privato) all'economia agricola della regione - in particolare a nocumento delle famiglie degli antichi originari dei luoghi di Cercino, Dubino e Nuova Olonio dedite alla trasumanza del bestiame nel dominio collettivo della Valle del Reno di Lei - che è stato prudentemente valutato in € 2,4 miliardi e che lo Stato italiano in solido con la Confederazione elvetica, sono chiamate a risarcire, a causa dell' <<accordo>> italo-svizzero nullo, ai sensi degli  artt. 46-53, Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 23 maggio 1969, scellerato e contra legem, per la 'concessione' delle forze idrauliche del torrente Reno di Lei, il cui utilizzo invece il codice civile italiano riserva al proprietario del fondo.

Dov'è la pubblica utilità? Nell'alimentare una turbina in Svizzera? Nel ladrocinio di risorse idriche che il codice civile garantisce ad utilizzo del proprietario del fondo? Nella denudazione dei pascoli?

Tra l'altro risulterebbe che l'utenza abusiva di derivazione delle acque prive di pubblica utilità del torrente Reno di Lei, è stata pure oggetto di una concessione di grande derivazione per uso idroelettrico attribuita con asta a rilevanza pubblica, sottraendo ingenti somme ai proprietari indivisi della valle che vantano un civile diritto di godimento sulle acque del torrente, per se o per i terzi! Sostianzialmente si è riusciti a produrre un'asta pubblica per un prelievo abusivo delle acque.

Com'è possibile che la Stato e la Regione Lombardia possano partorire simili nefandezze ai danni dei cittadini? 

Dove sono e dove vivono il Presidente della Republica, quello del Senato, quello della Camera, il Governo, il Presidente della Cassazione, del Consiglio di Stato e quello della Corte Costituzionale? Una Vergona! Dimettetevi o ravvedetevi! Questo ladrocinio da fascisti della P.A. vale una guerra! Probabilmente ai tempi della costruzione del villaggio CO.GI.VA.L. e della diga non si è fatta perché ne era appena finita una!

La SOC. VAL DI LEI infatti chiede pubblicamente alla Regione Lombardia ed alla Provincia di Sondrio la correzione per la cancellazione d'ufficio EX TUNC del 'torrente Val di Lei' SO202 (EX 210) nel Comune di Piuro, dall'elenco regionale distinto per provincia delle acque di pubblica utilità approvato con delibera della giunta regionale, secondo l'idea malsana che tutte le acque sono di pubblica utilità a prescindere, e dal catasto idrico, con la restituzione alla SOC. VAL DI LEI quanto illegittimamente incassato in vece dei privati proprietari indivisi del fondo, impedendo loro il pacifico godimento del diritto civile di utilizzo delle acque, per se o per i terzi, dal 15.08.1952 al 31.12.2022, in quanto è notorio che il torrente seppure facente parte del demanio idrico: 

(a) scorre interamente sulla proprietà privata della comunione familiare montana delle alpi e pascoli della Val di Lei,

(b) era utilizzato per l'abbeveraggio del bestiame, 

(c) sbocca oltre confine senza servire un territorio o una popolazione, 

(d) non ha sorgenti ma è originato dall'acqua piovana in un bacino di displuvio di 61 kmq, 

(e) è totalmente ed assolutamente inverosimile inoltre che le acque di tale torrente possano avere una qualche lontana parvenza di caratteristica di pubblica utilità, dato che le sue acque sono sbarrate da una diga che ha formato un invaso, che contra legem occupa abusivamente un terreno montano altrui, che alimenta una centrale elettrica in altro Stato e che ha prodotto la distruzione delle baite e la denudazione dei pascoli, attività peraltro illecita e sanzionata dalla L. 50/67!

La SOC. VAL DI LEI ha già invitato le S.V. Ill.me Il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Senato perché vigilino finalmente - per la PAX - affinché cessino le molestie, le distruzioni e le usurpazioni sul dominio collettivo, vengano risarciti i danni di cui all'art. 1, RDL 3267/23 e venga restituito il maltolto dalle Pubbliche Amministrazioni che hanno percepito le somme o dalla società elettrica KHR di Thuisis che le ha corrisposte al non dominus, cioè ai privati proprietari indivisi dei terreni montani e beni collettivi o dominio collettivo o comunione familiare montana nella Valle!

Il Presidente

SOC. VAL DI LEI



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